La piena del secolo che si verificò nell’agosto 2005 ha segnato una svolta per Matthias Oplatka. Anche se Zurigo, la sua città natale, scampò a una catastrofe, l’episodio scosse il capo sezione Opere idriche del Cantone di Zurigo. Sarebbero bastati pochi centimetri d’acqua in più e la Sihl avrebbe allagato parti del centro città e la stazione centrale, costringendo all’evacuazione migliaia di persone e provocando il caos, oltre a enormi danni finanziari.
La galleria di scarico inizia a Langnau am Albis, attraversa lo Zimmerberg e termina a Thalwil, nel lago di Zurigo. È lunga circa due chilometri e ha un diametro interno di 6,6 metri.
Ha una capacità massima di 330 metri cubi di acqua al secondo. In questo modo protegge da piene fino a 600 m3/s, che potrebbero verificarsi ogni 500 anni. La Sihl trattiene fino a 250 metri cubi al secondo; oltre questo valore, l’acqua si riversa nella galleria di scarico: secondo le statistiche, un evento di questo tipo avviene ogni otto anni circa. Nella piena del 2005 la Sihl trasportava circa 290 m3/s.
L’intera opera costa circa 175 milioni di franchi ed è finanziata dalla città e dal Cantone di Zurigo, dalla Confederazione, dalle FFS e dalla Sihltal Zürich Uetliberg Bahn. A titolo di confronto: un'alluvione estrema nella città di Zurigo potrebbe causare danni per circa 6,7 miliardi di franchi.
I lavori sono in corso da marzo 2022, la caduta dell’ultimo diaframma è avvenuta il 26 novembre 2024 e l’inaugurazione della galleria è prevista per l’estate 2026.
Valutare il rischio di danni
Per l’uomo, che oggi ha 61 anni, non c’era alcun dubbio: «Dobbiamo passare da una pianificazione delle misure basata sui pericoli a una basata sui rischi.» Fino al 2005 il Cantone si era per lo più limitato a reagire alle inondazioni. Da quel momento ci fu un cambio di mentalità: non si prendeva più in considerazione solo la minaccia, ovvero la piena, ma soprattutto anche l'elevata probabilità di danni e quindi il rischio. Grazie alle carte dei pericoli rielaborate in quegli anni, si puntava a evitare danni più gravi in via preventiva.
Dopo la piena del 2005 Oplatka raccolse, insieme a meteorologi e scienziati, i dati meteorologici delle regioni più duramente colpite, come l’Oberland Bernese e la Svizzera centrale, applicandoli al bacino imbrifero della Sihl. Ne risultò che, su 16 possibili scenari, 15 avrebbero sommerso Zurigo.
Il Cantone stima che una piena estrema della Sihl, solo nella città di Zurigo, potrebbe causare danni per quasi sette miliardi di franchi. A questa cifra si aggiungerebbero i costi economici: le infrastrutture di trasporto verrebbero paralizzate, le persone non potrebbero recarsi al lavoro e i danni all’approvvigionamento energetico comporterebbero costi conseguenti. Secondo le valutazioni del Cantone, tali danni sarebbero fino a sette volte superiori a quelli materiali effettivi.
La soluzione: una galleria di scarico
L’analisi degli eventi di piena evidenziò la necessità di un intervento urgente. Per questo motivo il Cantone di Zurigo, in stretta collaborazione con i partner interessati, ha attuato rapidamente provvedimenti a breve e medio termine. L’opera principale finalizzata a proteggere in futuro la città di Zurigo dalle piene è la galleria di scarico Sihl-Lago di Zurigo. I lavori sono in corso dal 2022 e l’inaugurazione è prevista per il prossimo anno.
Il principio è semplice: se nei pressi di Langnau am Albis la Sihl trasporta troppa acqua, questa trabocca oltre un bordo di sfioro in un cunicolo, scorre in una galleria attraverso lo Zimmerberg e si riversa nel lago di Zurigo. Gran parte dell’opera non sarà visibile, ad eccezione di un lungo muro di calcestruzzo all’ingresso della galleria, che con il tempo si coprirà di muschio.
La Sihl resta un fiume selvaggio...
Il sistema che c’è dietro è più complicato. Per regolare la quantità di acqua che scorre nella galleria, il bordo di trabocco è mobile. È costituito da sbarramenti gonfiabili riempiti d’aria, la cui altezza può essere regolata scaricando o pompando aria. Quando la Sihl è estremamente ingrossata, è necessario scaricare nella galleria una quantità d’acqua maggiore rispetto a una normale piena.
Per testare l’opera, il laboratorio di ricerche idrauliche del Politecnico federale di Zurigo l’ha ricostruita in un modello. «Ciò che rende l’ingegneria idraulica così interessante», afferma Matthias Oplatka, «è che quasi non esistono norme.»
Il bordo di trabocco è regolato in modo tale che la Sihl possa ancora portare acqua in caso di piena. «Un corso d’acqua sano ne ha bisogno», sostiene Oplatka. Se gli alberi vengono sradicati, si crea spazio per quelli nuovi, i pesci hanno bisogno di nuovi banchi ghiaiosi per deporre le uova, il fondo del fiume deve essere smosso per alimentare la falda freatica. Un gruppo della popolazione che ha seguito il progetto in modo partecipativo ha discusso del futuro della Sihl nell’area urbana ed è giunto alla seguente conclusione: «La Sihl è un fiume selvaggio e deve restare tale.»
... e anche gli anfibi vengono salvati
Un’opera di queste dimensioni richiede sia misure sostitutive di tipo ecologico, sia un accompagnamento ambientale in fase di cantiere. Per il primo aspetto, lo spazio naturale andato perduto viene recuperato in un altro luogo. Sotto la stazione di Langnau-Gattikon, la Sihl viene sistemata per accogliere animali e piante, mentre a Richterswil viene valorizzata la riva del lago di Zurigo.
Gli ingegneri e i biologi fanno in modo che i lavori di costruzione siano eseguiti nel modo più rispettoso possibile dell’ambiente. Lucia Muther, responsabile della divisione Ambiente nello studio ingegneristico B+S AG, segue la realizzazione della galleria della Sihl: «Sembro una poliziotta che gira per il cantiere e controlla tutto. In realtà, ci consideriamo piuttosto dei consulenti e aiutanti.»
Altri progetti per proteggere Zurigo dalle piene
se durante una piena la Sihl trasporta del materiale legnoso, questo potrebbe ostruire i ponti o l’ingresso della galleria di scarico. Per questo motivo, già nel 2017 venne inaugurata un’apposita ’ al di sopra del tunnel. Là dove la Sihl fa una curva, il legname viene spinto verso l’esterno in un bacino di ritenzione, dove viene trattenuto dai denti della briglia alti fino a quattro metri.
il ponte del municipio sul fiume Limmat rappresenta una strozzatura per il deflusso verso il lago di Zurigo. Con la nuova costruzione si lascia più spazio libero alla Limmat. L’opera dovrebbe essere completata nel 2029.
al Platzspitz, a valle della stazione centrale, la Limmat e la Sihl si incontrano. Lo sbarramento sarà rinnovato entro il 2028 per gestire in modo più flessibile i picchi di piena e sfruttare meglio la forza idrica.
Muther, ad esempio, aiuta a controllare il materiale di scavo, che non deve essere contaminato con il calcestruzzo proiettato. Se necessario, le acque di scarico del cantiere vengono immesse in due enormi impianti di depurazione provvisori, prima di essere convogliate in quello comunale, nella Sihl o nel lago di Zurigo.
«Si vivono anche momenti insoliti», afferma l’ingegnere ambientale: davanti al cantiere c’erano piccoli stagni con raganelle dal ventre giallo, che sono state trasferite altrove. Durante i lavori, gli anfibi sono tornati. Li abbiamo quindi trasferiti all’interno di contenitori in un’apposita area recintata.»
L’accompagnamento ambientale è la prima e anche l’ultima fase che si realizza in cantiere. Con questo intervento si controlla anche la ricoltivazione del sito di costruzione. «Dopo un cantiere enorme e rumoroso è bello sentire di nuovo gli uccelli cinguettare», afferma Lucia Muther. Svolge questo lavoro da 20 anni e l’ha visto trasformarsi da attività considerata una perdita di tempo e denaro a funzione indispensabile.

©Keystone/Michael Buholzer
Città sulla Limmat? Città sulla Sihl!
«La Sihl dà più emozioni della Limmat», afferma Matthias Oplatka. Zurigo è spesso chiamata città sulla Limmat, ma è stata plasmata dalla selvaggia Sihl. Molte delle sue zone, tra cui la stazione centrale, la Tonhalle e il Fraumünster, sorgono sulla ghiaia trasportata dalla Sihl. Il fiume ha spinto la Limmat sul bordo destro della valle.
Ora Zurigo è sicura con una Sihl più docile? «Con la galleria di scarico facciamo un grande salto di qualità», afferma Matthias Oplatka. «Ciò che rimane è il rischio dettato dal deflusso superficiale in caso di forti piogge.» Le superfici impermeabilizzate, il terreno saturo e le fognature sovraccaricate non riescono più ad assorbire l’acqua. Secondo il responsabile della sezione Opere idriche, questo fenomeno rappresenta circa la metà dei danni causati dalle piene.