Come vengono rilevati e valutati i pericoli? Come prevedere con la massima precisione possibile inondazioni o siccità? E soprattutto, in cosa consiste un allerta efficace? Queste sono le questioni centrali affrontate nella Conferenza internazionale sui pericoli naturali Rimma. Jürg Luterbacher dell'Università di Giessen, Germania, presenterà un progetto dell'UE per sviluppare un sistema di preallerta per i pericoli naturali in Europa, nella regione del Mediterraneo e in Africa.

Professor Luterbacher, in generale quali ritiene che siano le maggiori sfide relative ai pericoli naturali?

Una delle sfide più grandi nella gestione dei pericoli naturali è la crescente complessità causata dal cambiamento climatico. Eventi estremi come ondate di calore, inondazioni, piogge intense, tempeste e siccità non solo aumentano in termini di frequenza e intensità, ma si verificano anche sempre più spesso in combinazione tra loro, il che li rende più difficili da prevedere. In questo contesto è particolarmente importante la modellazione precisa degli effetti a cascata, ossia dei processi in cui un pericolo naturale innesca ulteriori rischi e aggrava i danni complessivi. Per affrontare queste sfide sono essenziali approcci interdisciplinari, un'ampia cooperazione internazionale, uno scambio di dati libero e coordinato e una buona comunicazione.

Alla fine di ottobre 2024 si sono verificate in Spagna gravi inondazioni. La regione di Valencia è stata particolarmente colpita. Secondo gli ultimi dati, le forti piogge, le frane e le inondazioni hanno causato oltre 200 vittime.  Immagine KEYSTONE/AP Photo/Emilio Morenatti

Alla fine di ottobre 2024 si sono verificate in Spagna gravi inondazioni. La regione di Valencia è stata particolarmente colpita. Secondo gli ultimi dati, le forti piogge, le frane e le inondazioni hanno causato oltre 200 vittime. Immagine KEYSTONE/AP Photo/Emilio Morenatti

Dobbiamo imparare a convivere con i pericoli naturali e quindi anche con il rischio residuo.

Tutto questo richiede una strategia che coinvolga tutti i livelli della società. È importante educare la popolazione attraverso programmi di formazione e campagne informative. Sono altrettanto essenziali sistemi di preallerta e canali di comunicazione affidabili per raggiungere tempestivamente le persone a rischio. Anche infrastrutture solide e soluzioni basate sulla natura – come la rinaturalizzazione delle golene fluviali o il rimboschimento – danno un contributo fondamentale alla riduzione del rischio e alla capacità di resistenza ecologica. Per promuoverne l'accettazione e la partecipazione, la popolazione dovrebbe essere coinvolta attivamente nei processi decisionali. Una società resiliente è fondata sulla responsabilità individuale, sulla solidarietà e sull'azione coordinata, affinché sia possibile gestire collettivamente i rischi inevitabili e minimizzarne le conseguenze.

Il terremoto di Haiti del gennaio 2010 ha causato circa 300.000 vittime e ha lasciato circa 1,85 milioni di persone senza tetto. Immagine: KEYSTONE/AP Photo/Rodrigo Abd

Il terremoto di Haiti del gennaio 2010 ha causato circa 300.000 vittime e ha lasciato circa 1,85 milioni di persone senza tetto. Immagine: KEYSTONE/AP Photo/Rodrigo Abd

Quale ruolo assumono i sistemi di preallerta?

Un ruolo centrale, ovviamente. La sfida è proprio concretizzare i dati in sistemi di preallerta e strategie di adattamento che abbiano rilevanza pratica. Le allerte devono essere comunicate in modo chiaro e comprensibile da tutti. Le regioni più colpite dai pericoli naturali – come i piccoli Stati insulari e i Paesi meno sviluppati – hanno spesso reti di monitoraggio inadeguate. L’attuale progetto dell'UE «Mediterranean and pan-European forecast and Early Warning System against natural hazards» (MedEWSa) sta lavorando allo sviluppo di un sistema di preallerta contro vari pericoli naturali in Europa, nella regione del Mediterraneo e in Africa. Uno degli obiettivi è migliorare le tecnologie esistenti e porre al centro le esigenze dei primi soccorsi.

IA e apprendimento automatico: quali sviluppi tecnologici nella catena di allarme possono produrre miglioramenti?

La tecnologia moderna consente previsioni più precise poiché riesce ad analizzare dati complessi in tempo reale e a riconoscere tempestivamente configurazioni che indicano pericoli naturali. Modelli meteorologici ad alta risoluzione, dati satellitari, dati di osservazione e citizen science vengono perfettamente integrati. Gli algoritmi di apprendimento automatico modellano in misura sempre più efficiente gli effetti a cascata e i rischi combinati, come quelli derivati dal caldo e dall'inquinamento atmosferico. Sistemi di preallerta basati sull'IA generano allerte personalizzate che tengono conto dei rischi locali e di esigenze specifiche. Processi automatizzati riducono i tempi di reazione e ottimizzano l'uso delle risorse. Attraverso l'analisi degli eventi passati, i sistemi di apprendimento automatico migliorano continuamente l'accuratezza delle previsioni. Sono integrati da tecnologie come i chatbot e le traduzioni automatiche, che favoriscono la comunicazione in caso di crisi superando le barriere linguistiche. Rafforzano la prevenzione e la resilienza delle comunità vulnerabili, contribuendo in modo decisivo alla minimizzazione dei rischi

1,2 milioni di metri cubi di detriti rocciosi minacciano il villaggio di montagna di Brienz/Brinzauls (GR). Nel novembre 2024, gli abitanti hanno dovuto lasciare il villaggio per motivi di sicurezza. Immagine: KEYSTONE/Til Buergy

1,2 milioni di metri cubi di detriti rocciosi minacciano il villaggio di montagna di Brienz/Brinzauls (GR). Nel novembre 2024, gli abitanti hanno dovuto lasciare il villaggio per motivi di sicurezza. Immagine: KEYSTONE/Til Buergy

L'iniziativa delle Nazioni Unite «Early Warning for all» mira a proteggere tutte le persone nel mondo dai pericoli naturali entro il 2027 tramite sistemi di preallerta: un obiettivo ambizioso.

Il concetto si basa su quattro pilastri: in primo luogo la gestione del rischio, incentrata sull'identificazione e la valutazione dei pericoli. Segue il rilevamento, il monitoraggio e la previsione per fornire dati precisi su pericoli come tempeste, inondazioni o ondate di calore. Il terzo pilastro è la comunicazione delle allerte, per assicurare che siano diffuse in modo efficace e tempestivo. Infine, la capacità di prevenzione e reazione è essenziale per preparare le comunità vulnerabili alle emergenze. L'iniziativa promuove investimenti, l'innovazione e la cooperazione globale per rendere i sistemi di preallerta più accessibili ed efficienti, soprattutto per i gruppi della popolazione più vulnerabili, contando di garantire una protezione sostenibile delle loro vite e basi vitali.

Jürg Luterbacher

Jürg Luterbacher è professore di climatologia, dinamica del clima e cambiamento climatico presso l'Università di Giessen (Germania). Coordina anche il progetto di Horizon Europe «MedEWSa (Mediterranean and pan-European forecast and Early Warning System against natural hazards)». Lo scienziato solettese presenterà il progetto il 28 gennaio nel corso di Rimma2025. Jürg Luterbacher (56 anni) ha studiato, assolto il dottorato e conseguito l'abilitazione presso l'Università di Berna.