Era l'autunno del 1993 quando Daniel e Markus Freitag, alla ricerca di una borsa funzionale, impermeabile e robusta, realizzarono il loro primo pezzo utilizzando soltanto materiali riciclati. I miti che che circondano la fondazione della loro PMI sono tanti: si dice che i due fratelli abbiano cucito le prime borse con la macchina da cucire della madre ispirandosi ai camion che passavano davanti all'appartamento che condividevano, che il primo dipendente guadagnasse più dei due fratelli messi insieme e così via. Se si prendono per vere queste voci, si potrebbe pensare che l'avventura targata FREITAG sia nata un po' per caso. Quello che è certo è che, all'epoca, i fratelli non si rendevano del tutto conto di aver in qualche modo già dato vita a un modello di economia circolare, a un modello commerciale di rigenerazione che, accanto a modelli come quelli della condivisione, del riutilizzo e della riparazione, risultava particolarmente efficiente dal punto di vista del consumo delle risorse.

Teloni compatibili con il principio dell’economia circolare

FREITAG si sta quindi adoperando affinché, alla fine del ciclo di vita di una borsa, sia possibile riutilizzare quegli stessi teloni usati dei camion per produrne di nuove e, insieme ad alcuni partner del settore, sta cercando di sviluppare un telone compatibile con il principio dell’economia circolare. Un prototipo è già in circolazione. L'approccio adottato è in linea con quello suggerito da un recente studio per avere successo nell'ambito dell'economia circolare di una collaborazione settoriale e trasversale. Lo studio (link), condotto dal think-tank e do-thank sanu durabilitas per conto dell'UFAM e della SECO, ha coinvolto 15 PMI svizzere di successo, tra cui FREITAG.

Rigenerare: molto più sostenibile che riciclare

La PMI ha grande successo con la sua concezione. Attualmente dà lavoro a 140 collaboratori e collaboratrici in cinque Paesi. E nonostante tutto questo successo, Aurel Greiner si arrabbia comunque per il fatto che in Svizzera ci sia tutta questa smania di riciclaggio: «Molti pensano che l’upcycling sia praticamente sinonimo di riciclaggio. In realtà vi sono differenze sostanziali. Nel riciclaggio, i prodotti sono scomposti nei loro singoli componenti, che vengono poi reintrodotti nel ciclo produttivo. Nell’upcycling, invece, il prodotto non viene scomposto, bensì rimane all’interno del ciclo di utilizzazione nella sua interezza, a parte la sostituzione di qualche pezzo. Il riciclaggio è sì sostenibile, ma non tanto quanto l’upcycling». Per questo, Aurel Greiner ritiene che il suo settore in Svizzera dovrebbe beneficiare dello stesso sostegno accordato alle imprese di riciclaggio.

Prolungare la vita grazie alle offerte di riparazione: in negozio (come qui a Monaco) o attraverso una rete di laboratori di riparazione regionali.

Prolungare la vita grazie alle offerte di riparazione: in negozio (come qui a Monaco) o attraverso una rete di laboratori di riparazione regionali. ©Freitag

«Più grande è il ciclo, meglio è»

FREITAG ritiene che un cambiamento non debba dipendere necessariamente dalla domanda o dal legislatore, ma che possa essere innescato anche dalle imprese. Il potenziale maggiore si trova all'inizio della catena del valore e nella creazione di nuovi partenariati. FREITAG dimostra però che anche una PMI che opera alla fine della catena del valore può contribuire a un cambiamento positivo che incentivi l'economia circolare in Svizzera. «L'economia circolare da sola non basta», afferma senza tanti giri di parole Salzmann, «più grande è il ciclo, meglio può dispiegare il proprio potenziale.».