Città e natura sono spesso rappresentate in contrapposizione o addirittura come una contraddizione. A torto, come ritiene un numero crescente di esperti di urbanistica, pianificazione del territorio e ambiente. L’obiettivo non è costruire contro la natura, ma con essa: l’adattamento ai cambiamenti climatici, la conservazione della biodiversità come pure la salute e la qualità di vita della popolazione richiedono infatti più spazio per le piante, più suoli permeabili e più acqua negli insediamenti. E i servizi ecosistemici forniti dalla natura possono essere utilizzati a tale scopo. Questi processi naturali di grande utilità comprendono tra l’altro la regolazione della temperatura e la purificazione dell’aria. In una «città verde» gli spazi creati vengono interconnessi e curati. Dal canto suo, una «città blu» tiene inoltre conto del ciclo dell’acqua.

Una piazzetta ombreggiata sotto gli alberi, realizzata sopra il suolo deimpermeabilizzato a Berna Bümpliz.

Come assaporare la città: una piazzetta ombreggiata sotto gli alberi, realizzata sopra il suolo deimpermeabilizzato a Berna Bümpliz. © Prix Binding pour la biodiversité 2022 | Stefanie Würsch

«Le nostre città ospitano un numero notevole di specie. Servono anche da rifugio per specie animali che non trovano più habitat nella campagna circostante, ad esempio nei boschi, lungo i corsi d’acqua arginati e nei terreni agricoli utilizzati in modo intensivo. Ma anche qui la pressione sulla biodiversità è elevata», afferma Claudia Moll della sezione Politica del paesaggio dell’UFAM. «Nell’ultimo ventennio, tuttavia, l’attenzione si è ampliata, soprattutto perché si è capito quanto sia urgente affrontare le sfide del cambiamento climatico e quanto sia grande il valore della natura per la società e l’economia». Mentre un tempo si riteneva che la natura finisse ai margini della città, le moderne definizioni di paesaggio includono anche l’ambiente urbano, rendendo meno netto il confine tra città e natura (si veda il riquadro «Paesaggio urbano svizzero»).

Più biodiversità, meno calore

Ovviamente, anche lo spazio urbano può contribuire alla promozione della biodiversità. Rinunciando all’uniformità delle siepi di tuia e piantando tipi di arbusti differenti, si creano habitat per una più ampia varietà di esseri viventi, dai piccoli mammiferi, agli uccelli e agli insetti fino ai microrganismi. Lo stesso vale quando un gregge di pecore bruca un pascolo, assicurando una struttura vegetale eterogenea e quindi una maggiore diversità di specie.

In Svizzera, un progetto pilota compreso nel piano d’azione Biodiversità del Consiglio federale si impegna a promuovere la biodiversità e la qualità del paesaggio negli agglomerati, spiega Claudia Moll. Con la compensazione ecologica sancita dalla legge sulla protezione della natura e del paesaggio, Cantoni e Comuni hanno a disposizione uno strumento valido per impedire la perdita di valori naturalistici nelle regioni sfruttate intensivamente come gli insediamenti. Anche perché le città svolgono un ruolo fondamentale nell’adattamento al riscaldamento globale, un’altra delle priorità politiche della Svizzera.

«La strategia di adattamento del Consiglio federale si concentra sui principali rischi del cambiamento climatico», spiega Roland Hohmann, co-responsabile della sezione Reporting sul clima e adattamento ai cambiamenti climatici dell’UFAM. «Tra questi rischi rientrano in particolare il crescente stress da caldo, con le sue conseguenze per la salute delle persone e per l’ambiente. Si tratta di modificare l’assetto del nostro spazio urbano e di dare un contributo importante alla riduzione del calore creando spazi verdi», afferma Hohmann. Città più verdi svolgono un ruolo decisivo: la loro vegetazione può infatti garantire temperature sopportabili. «Uno sviluppo urbano adattato al clima aumenta anche la qualità del luogo e quindi della vita».

Les Vergers a Meyrin, nel Cantone di Ginevra, è il primo quartiere residenziale energeticamente autonomo della Svizzera.

Les Vergers a Meyrin, nel Cantone di Ginevra, è il primo quartiere residenziale energeticamente autonomo della Svizzera. Anche molte aree verdi pubbliche sono state progettate in tal senso. © Marco Zanoni | Lunax

Gli alberi e altre piante hanno un effetto rinfrescante fornendo ombra e lasciando evaporare l’acqua immagazzinata. Ciò abbassa la temperatura dell’aria circostante, effetto che può avere una certa importanza, poiché in estate un albero sulla strada riduce la temperatura ambiente anche di sette gradi. Bisogna tuttavia considerare che «le specie arboree che vengono piantate oggi dovrebbero essere in grado di resistere al clima anche tra 50 anni», afferma Hohmann. «Nell’ambito di progetti pilota come quello della città di Berna, cofinanziato dall’UFAM, si stanno individuando alberi urbani in grado di affrontare il clima del futuro». Tra questi figurano ad esempio il cerro, il carpino orientale e l’acero alpino, tutte specie arboree dell’Europa sudorientale, il cui clima attuale potrebbe essere simile a quello della Svizzera tra 50 anni. Alcuni studi dimostrano che un parco di un ettaro – poco più grande di un campo da calcio – è sufficiente per influenzare il clima degli edifici circostanti.

Problema globale, soluzioni locali

Tutto questo non vale solo per la Svizzera. Il concetto di «green cities» è globale, come testimoniano l’iniziativa delle Nazioni Unite «Greener Cities Partnership», ma anche a livello europeo la New Leipzig Charter (2020), lo European New Deal (2020), la New European Bauhaus (2021) e il progetto Biodivercities (2020-2023). «Questi programmi internazionali contribuiscono a radicare l’importanza del tema nella politica e tra la popolazione», afferma Claudia Moll. Ogni soluzione deve essere adattata al contesto locale. Tuttavia, si può imparare molto dalle città pioniere e dai progetti pilota all’estero, come è il caso delle città di Copenaghen, Vienna e Berlino.

Secondo Dunja Kovari, cofondatrice dell’agenzia di pianificazione urbana sa_partners di Zurigo, alcuni principi sono universali: «La città ha bisogno di fonti di raffrescamento, come alberi, corridoi di aria fresca e zone di infiltrazione dell’acqua. » È altrettanto importante mostrare alle autorità le possibilità di intervento come pure trasmettere alla popolazione la visione di una città più verde, spiegando i vantaggi personali e coinvolgendo tutti nelle considerazioni sulla pianificazione del territorio. Per gli urbanisti queste misure sono un investimento a lungo termine, dice Kovari. «Città più verdi sono una necessità imprescindibile. Non conviene più rimandarle a domani. In Svizzera abbiamo le risorse finanziarie e le competenze per sviluppare soluzioni interessanti anche per le città di altri Paesi».

Abbandonare la mentalità del silos

Per Kovari si tratta di una questione finanziaria e politica. «Lo Stato può e deve investire nella città verde e blu tanto quanto nelle vie di comunicazione». Il «return on investment» è una migliore qualità di vita per la popolazione. «Per raggiungere questo obiettivo, abbiamo bisogno sia di progetti su larga scala, di competenza dello Stato o di investitori privati e istituzionali, sia di iniziative locali, dai giardini in cassetta nella strada del quartiere alla coltivazione di piante selvatiche nel cortile sul retro».

«Per rendere le città più verdi, tutti i soggetti coinvolti – dagli investitori agli architetti, dai paesaggisti ai facility manager – devono adottare un approccio trasversale e condiviso», precisa Kovari. «Ma questo riguarda anche le varie autorità competenti, ad esempio per la pianificazione del territorio, i trasporti, l’ambiente, le foreste e la protezione dal rumore», aggiunge Claudia Moll. Tutti i livelli sono chiamati a compiere questo sforzo: strategie nazionali, autorità specializzate dei Comuni e committenti.

Anche le principali città svizzere stanno lavorando per ampliare le loro aree verdi. In questo contesto ricorre spesso l’esempio di Basilea, dove sopra i tetti ronzano api selvatiche, al cimitero si incontrano caprioli e tra la strada e la linea del tram pascolano le pecore. Secondo Emanuel Trueb, capogiardiniere comunale, Basilea, in quanto Città-Cantone, gode di un vantaggio iniziale. Qui le procedure sono più brevi rispetto ad altri Cantoni, dove le autorità cantonali devono prima coordinare i progetti dei Comuni. Un altro vantaggio è che la Stadtgärtnerei (il Servizio verde pubblico della città) esiste dal 1861 e impiega 280 persone. «Questo significa che beneficiamo di un grande patrimonio di esperienze e competenze, necessarie per l’inverdimento sistematico dello spazio urbano».

La Maersk Tower è stata progettata per i futuri cambiamenti climatici.

Copenaghen città verde: la Maersk Tower è stata progettata per i futuri cambiamenti climatici, ad esempio con una gestione energetica ottimizzata e tanto verde. © Rasmus Hjortshøj

La città ha anche adottato misure efficaci per promuovere il verde. Dal 1999 tutti i tetti con una superficie di almeno dieci metri quadrati e un’inclinazione fino a sei gradi devono essere inverditi. Per i progetti di inverdimento, le persone interessate possono chiedere aiuti finanziari, ad esempio per realizzare facciate verdi, piantumare alberi o allestire aree vegetali ricche di specie. A questo scopo è disponibile il fondo di prelievo della tassa sul plusvalore, che promuove la riqualificazione dell’ambiente residenziale attraverso zone verdi pubbliche.

Il capogiardiniere Trueb è soddisfatto del quadro nazionale esistente. «Al momento non è il margine di manovra a limitarci bensì la mancanza di fondi. Ogni metro quadrato di verde conta. D’altra parte, è chiaro che le aree verdi sono più impegnative delle superfici in cemento, sia in termini economici che di manutenzione». Gli esseri viventi hanno un orizzonte temporale lungo. Non basta piantare un albero, bisogna anche avere le risorse per prendersene cura per decenni. «La maggior parte della popolazione auspica una città più verde, ma non ha il potere, il tempo o le conoscenze per contribuire a questo obiettivo. E così sono pochi gli attori interessati al tema in una prospettiva di lungo periodo: lo Stato, i proprietari di immobili e il settore privato».

Creare spazi verdi accessibili a tutti

Tutti dovrebbero poter beneficiare di più natura in città. Un esempio davvero interessante è il nuovo complesso scolastico di Tüffenwies a Zurigo, che sorgerà nel bel mezzo di un parco di quartiere, spiega Ana Peric, specialista di urbanistica e docente presso l’Institut für Raum- und Landschaftsentwicklung del Politecnico federale di Zurigo. «All’inizio gruppi di residenti hanno considerato negativamente l’utilizzazione prevista per questo spazio verde», dice Peric. «Hanno fatto di tutto per farsi ascoltare dalle autorità. Ciò dimostra anche che da un conflitto può nascere una collaborazione».

Determinante è il modo in cui le iniziative e le strategie sovraordinate vengono attuate nel territorio. «La concezione di città verde sembra fare buoni progressi nelle principali città svizzere». In futuro bisognerà considerare maggiormente anche gli aspetti sociali: dopo tutto, gli spazi verdi sono utilizzati anche per muoversi e incontrare altre persone. Conclude Claudia Moll: «La Confederazione ha riconosciuto lo spazio urbano quale importante area di attività, impegnandosi quindi a sostenere gli sforzi di Cantoni e Comuni volti a incrementare il verde nelle loro città nonché a contribuire alla sensibilizzazione e alla diffusione delle conoscenze».

Le tessere del mosaico città verde

Come dare più spazio alla vegetazione nell’ambiente urbano: dalle opzioni più semplici a quelle più sofisticate.

Inverdimento dei tetti: dalle erbe aromatiche su tetti di ghiaia agli alberi nelle fioriere, tutto è possibile. In questo modo, specie d’estate, si migliora l’isolamento dell’edificio, si protegge il tetto dai raggi UV e dalle forti oscillazioni di temperatura, ma si raffredda anche l’impianto fotovoltaico, rendendolo più efficiente.

Il rinverdimento delle facciate garantisce una migliore interconnessione degli spazi verdi. Le linee tranviarie e i parcheggi vengono deimpermeabilizzati e inverditi. Gli alberi urbani forniscono un’ampia gamma di servizi e migliorano sia la qualità della vita che del luogo: le foglie captano polveri e gas, le radici immagazzinano acqua, la loro ombra compensa le temperature estreme e riduce le esigenze degli edifici in termini di raffrescamento . Un buon inverdimento dei comprensori insediativi migliora anche la capacità di infiltrazione durante le precipitazioni intense, riducendo il rischio di piene. Le superfici inverdite attorno agli alberi o le relative fasce di piantumazione possono promuovere la diversità delle specie e contribuire alla città spugna, se l’acqua può circolare liberamente.